Grazie alla partecipazione dell’Avv. Carmine Laurenzano dello Studio G&L Avvocati e portavoce dell’Ass.ne Codici, che ha partecipato all’iniziativa dedicata all’ambizioso progetto che si propone di mettere a sistema gli attori principali del settore idrico per sostenere idee, prodotti e innovazioni partecipando alla costruzione di una nuova e moderna visione del servizio, anche il punto di vista dei consumatori ha potuto avere un ruolo da protagonista, durante l’importante convegno WaterTech, tenutosi ieri a Milano.
“A Milano, nella prima tappa di questo percorso – dichiara il legale dello studio G&L Avvocati, Carmine Laurenzano – abbiamo portato la posizione dei consumatori, soprattutto per quanto riguarda il quadro normativo. La situazione è delicata e si stanno prefigurando degli sviluppi che ci preoccupano. La nostra Associazione è impegnata nella tutela dei consumatori e questo significa, nell’ambito dell’idrico, fare in modo che ai costi in bolletta corrisponda un servizio efficiente. Quello che al momento appare un miraggio – spiega Laurenzano – per noi invece è raggiungibile attraverso investimenti, innovazione tecnologica ed economia circolare. Nel nuovo piano varato da Arera per il triennio 2016-2019 ci sono dei segnali incoraggianti che vanno in questa direzione, ma è arrivato il momento che dalle parole si passi ai fatti. Da una parte abbiamo l’Unione Europea che sanziona l’Italia per la depurazione dell’acqua e introduce il Water Safety Plan che prevede nuove analisi di rischio dei sistemi acquedottistici – sottolinea l’Avvocato Laurenzano – dall’altra abbiamo un Paese in grave ritardo e pieno di contraddizioni. Basti pensare alla crisi idrica che ha colpito Roma nell’estate 2017, risolta con interventi straordinari che hanno eliminato il 20% delle perdite idriche: perché non sono stati fatti prima? Bisogna cambiare rotta – aggiunge l’Avv.Laurenzano – ma la strada che sta imboccando il Governo non ci sembra quella giusta. Il disegno di legge a cui sta lavorando l’onorevole Daga si basa su principi condivisibili, come l’acqua pubblica, ma affidare la gestione del servizio soltanto a soggetti pubblici, nello specifico Città Metropolitana e Provincia, e trasferire la regolazione dall’Arera al Ministero dell’Ambiente rischia di far tornare indietro il Paese di 20 anni, quando sono state gettate le basi del disastro che stiamo vivendo oggi”.