Accolta dal Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, la tesi difensiva messa in campo dallo Studio Legale G&L a tutela dei contribuneti vessati dagli avvisi di addebito dell’I.N.P.S.
Numerosi gli utenti che si sono visti recapitare avvisi di addebito, con i quali l’Istituto Nazionale di Previdenza ed Assistenza ha richiesto loro il pagamento di contributi previdenziali non dovuti.
Gli avvisi di addebito, infatti, come censurato nei ricorsi facevano riferimento a crediti previdenziali prescritti a norma dell’art. 3 comma 9 Legge 335/95, per decorrenza del termine quinquennale.
Gli avvisi, inoltre, non erano mai stati preceduti da alcun avviso bonario, circostanza che – da un lato – avrebbe consentito al contribuente di sanare eventualmente la propria posizione senza ulteriori aggravi e – dall’altra – di interrompere i termini prescrizione che, come detto, risultavano invece ampiamente decorsi.
Oltre alla censura di numerosi vizi formali degli avvisi di addebito, poi, con i ricorsi redatti dallo Studio Legale G&L, si è in ogni caso eccepita l’inesistenza del presunto obbligo contributi richiesto dall’I.N.P.S., con riferimento all’iscrizione nella gestione commercianti del legale rappresentante e socio di una s.r.l.
Ed infatti, come sostenuto dai ricorrenti, il Tribunale dei Roma Sezione Lavoro ha rilevato – in linea con la Giurisprudenza di merito e di legittimità – che l’iscrizione nella gestione commercianti risulta obbligatoria esclusivamente per quel socio che presti anche attività lavorativa con carattere di prevalenza, stabilità e continuità, con onere della prova a carico dell’I.N.P.S.
Pertanto, in totale accoglimento della domanda dei ricorrenti, il Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, ha annullato tutti gli avvisi di addebito (e le relative sanzioni), condannando l’I.N.P.S. alla rifusione delle spese di giustizia e delle spese legali in favore dei ricorrenti.
