SENZA FOGNE E MULTATI, IL GIUDICE DA' RAGIONE AI CITTADINI: "E' COLPA DI ROMA CAPITALE"

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Prenestino / Prenestino / Via Formia

Senza fogne e multati, il giudice dà ragione ai cittadini: “E’ colpa del Comune”
Il Tribunale accoglie il ricorso dei residenti. Dal Campidoglio nel 2015 le sanzioni ai cittadini fino a 60mila euro. Il legale: “Ancora sei procedimenti pendenti”

di Ginevra Nozzoli
del 09 febbraio 2017 18:45

I residenti portano a casa una prima vittoria. Multati perché privi di regolari allacci in fogna da chi le fogne avrebbe dovuto realizzarle, hanno da poco festeggiato le due sentenze del Tribunale emesse il 25 e il 27 gennaio scorso: sanzioni annullate e Roma Capitale condannata a pagare le spese legali, circa 6mila euro. Ed è solo l’inizio. “Ci sono ancora sei ricorsi pendenti. L’amministrazione pubblica citata in giudizio potrebbe arrivare a dover pagare 30mila euro” ci spiega l’avvocato Carmine Laurenzano, legale delle trenta famiglie colpite dalla beffa di cartelle “pazze” per mancanze che il Comune stesso doveva colmare. Abitanti nel quadrante di Roma est tra Prenestino e Tor Pignattara, in via Formia, via Minturno, via Sezze, via Norma, aspettano gli impianti di scarico da circa 80 anni.

Sono costretti a sversare i liquami direttamente nel terreno e sono pertanto passibili di sanzione in violazione del decreto legislativo 152, meglio conosciuto come Testo Unico Ambientale, che obbliga tutte le abitazioni ad allacciarsi agli scarichi pubblici. Se non hai l’impianto in prossimità dell’immobile, devi comunque collegarti a quello più vicino, in alternativa provvedere alla realizzazione di un pozzo nero o di una fossa biologica. Ma la zona poggia sul vuoto, e prima di costruire le fogne è indispensabile mettere in sicurezza il sottosuolo andando a riempire le cavità sotterranee. Intervento che deve necessariamente fare il dipartimento Lavori Pubblici del Comune di Roma.

Intanto però, a seguito di un’indagine della Procura, con relativi accertamenti dei vigili urbani, i cittadini sono stati ritenuti responsabili. E oggi si prendono la loro rivincita. Il magistrato ha riconosciuto la “buona fede” e “il comportamento incolpevole nella commissione dell’illecito sanzionato”. Anche perché gli stessi ricorrenti, scoprendo al tempo il problema dell’assenza della fogna, “si sono immediatamente attivati per chiedere la soluzione di tale problema, ma la PA (Pubblica Amministrazione, ndr) ha imputato la propria incontestata inadempienza alla ‘impossibilità concreta di realizzazione delle opere'”. Dunque, cosa avrebbero dovuto fare i cittadini? Non potevano che prendere atto della situazione, pressando gli amministratori perché ottemperassero ai lavori richiesti.

Per anni ci sono state le promesse, i progetti, ma non i finanziamenti. Oggi, finalmente, i fondi sono a bilancio, circa 2 milioni di euro nel previsionale per riempire le buche sotterranee e andare poi, in un secondo momento, a realizzare le fognature. Una buona notizia, anche se gioire non è facile. Se tutto va bene tra bandi di gara e avvio dei cantieri i lavori non saranno terminati prima di due anni. Nel frattempo la richiesta al Comune è una sola: alla luce delle due sentenze appena emesse annullare in autotutela le altre multe.

“Abbiamo ancora dei ricorsi pendenti, tra questi anche per le sanzioni fino a 60mila euro. E’ una questione prima di tutto etica, il Campidoglio voleva la prova che la ragione fosse dalla parte dei ricorrenti, gliela abbiamo data. Dovrebbe essere sufficiente per fare un passo indietro”. Sul punto al momento non ci sono notizie. Sembrerebbe, da notizie riferite in sede di commissione Lavori Pubblici da un dirigente della Polizia Locale, che l’Avvocatura capitolina stia prendendo informazioni per strutturare la difesa in vista dei prossimi ricorsi. C’è la possibilità che impugni il provvedimento? “Lo escludiamo – assicura la presidente di commissione, Alessandra Agnello – spingeremo per andare nella direzione dell’annullamento”.

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