L’inaugurazione dell’Anno Giudiziario ha visto la Magistratura esprimere una forte opposizione alla separazione delle carriere, con gesti e dichiarazioni che hanno acceso il dibattito istituzionale.
In particolare, le associazioni di magistrati denunciano che la riforma comporterebbe una riduzione dell’ambito di operatività che la magistratura non condivide.
“Occorre una seria riflessione su quanto sta accadendo a livello di rapporti istituzionali e tra i poteri dello Stato” – osserva l’Avv. Carmine Laurenzano, dello Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO, candidato alle “primarie” della community NETWORK DEGLI AVVOCATI SELEZIONATI –.
“Non è in discussione il diritto di manifestare e rappresentare il proprio dissenso, ma il Potere Giudiziario è chiamato a far rispettare le leggi nel perimetro dettato dalla Costituzione. In via del tutto formale, pertanto, laddove vengano rispettati i principi Costituzionali, la Magistratura non può che applicare e far rispettare le norme. Certo è che gli effetti della riforma a livello politico, istituzionale e pratico, avrebbero dovuto essere adeguatamente approfonditi sempre in vista dell’interesse comune. L’Avvocatura deve rivendicare e riprendere il proprio ruolo istituzionale anche come interlocutore privilegiato dei Poteri Istituzionali.”
La vicenda è all’oggetto di discussione presso i gruppi di lavoro “Rapporti Istituzionali” e “Processo Penale” della commuity NETWORK AVVOCATI SELEZIONATI.
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