La Cassazione è tornata recentemente (sentenza n. 18502 del 21/09/2016) sull’annosa questione del confine esistente tra collaboratore autonomo e lavoratore dipendente.
Condividendo le argomentazioni rese dalla Corte territoriale, la Cassazione ha stabilito che nell’ipotesi in cui il lavoratore è costretto a rispettare orario di lavoro identici agli altri dipendenti, ad utilizzare mezzi e strumenti di lavoro messi a disposizione dal datore di lavoro, la sua prestazione non può essere inquadrata nella collaborazione, ma assume i toni ed i requisiti per qualificarsi quale prestazione subordinata.
E ciò indipendentemente dalla veste giuridica data, a tale rapporto professionale, dal datore di lavoro, il quale – nel caso di specie – aveva stipulato col dipendente un contratto di mera collaborazione.