A distanza di solo qualche giorno, un ennesimo processo per maltrattamenti e lesioni colpose.
Una moglie denuncia un marito (ma lo scenario avrebbe potuto essere inverso), lamentato episodi di maltrattamento, fianco di lesioni.
Il tutto accaduto, sembrerebbe, alla presenza del loro figlio minore.
Il marito-denunciato si rivolge all’Avv. Patrizia Giusti per avere assistenza legale per quello che sarà un lungo calvario, giudiziale ed umano, durato per quasi tre anni.
Tre anni di udienze, testimoni, documenti. Tre anni nei quali la donna denunciante si è sempre volontariamente sottratta all’esame processuale, non presenziando ad alcuna udienza.
La lunga ed articolata istruttoria dibattimentale, però, ha fatto emergere, anche grazie ad un Collegio illuminato, che le ipotesi denunciate erano solo il frutto di una profonda frustrazione che la donna aveva provato per essere stata lasciata dal marito.
Lui, reo di aver chiesto la separazione, di essersi rifatto una vita con una nuova compagna, comunque adempiendo puntualmente al mantenimento del figlio ed al suo diritto di visita.
Una frustrazione della donna, forse, anche mal consigliata.
Troppo spesso uomini e donne che si trovano a vivere un momento così drammatico, come quello della separazione, non sempre incontrano sul loro cammino professionisti che tentato di aiutarli.
A volte il dolore viene utilizzato solo per ferire l’altro.
Ma è così che si giunge così alla scure di un processo penale, accusati di qualcosa che non si è commesso.
E’ questa la vera pena del nostro ordinamento.
Ma quest’uomo oggi è libero, la sua posizione che lo vedeva gravato da un duplice capo di imputazione, è stata completamente risolta, con un’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.
Mi ha detto “grazie Avvocato, lei mi ha restituito la dignità di poter essere chiamato uomo”.