L’articolo 1, comma 812 della legge 207/2024 – c.d. Legge di Bilancio 2025, ha apportato modifiche all’articolo 14 del Testo Unico delle spese di Giustizia, prevedendo espressamente che “Fermi i casi di esenzione previsti dalla legge, nei procedimenti civili la causa non può essere iscritta a ruolo se non è versato l’importo determinato ai sensi dell’articolo 13, comma 1, lettera a), o il minor contributo dovuto per legge”.
Si torna così all’annosa questione di contemperare le esigenze di Giustizia con le esigenze di bilancio dello Stato, ricordando che più volte anche la stessa Corte Costituzionale ha sancito che il mancato e/o omesso versamento del contributo unificato non può essere causa di improcedibilità dell’azione civile, ritenendo sicuramente prevalente l’inviolabile diritto di difesa (in senso ampio) rispetto alle esigenze di bilancio. L’Avv. Carmine Laurenzano, dello Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO, candidato alle “primarie” della community NETWORK DEGLI AVVOCATI SELEZIONATI, torna sulla questione: “l’attuale sistema di riscossione del contributo unificato, laddove non versato al momento della iscrizione al ruolo della causa, appare già strutturato in maniera tale da garantire, anche sul breve periodo, l’effettiva possibilità di incassare il tributo. Censurare l’omesso versamento del contributo unificato con l’impossibilità di iscrivere a ruolo, introduce di fatto una causa di improcedibilità dell’azione civile, sollevando enormi dubbi sulla costituzionalità della norma. Sicuramente si può ragionare su correttivi per agevolare ancora di più la riscossione, ma riteniamo che l’esigenza di bilancio non possa incidere e/o vanificare l’esigenza di poter accedere al sistema Giustizia, considerato un diritto inviolabile. Senza contare che spesso, la mancata riscossione del contributo unificato è riconducibile ad inefficacia degli uffici preposti”.
La vicenda è all’oggetto di discussione presso i gruppi di lavoro “Rapporti Istituzionali” e “Processo Civile” della commuity NETWORK AVVOCATI SELEZIONATI.
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