Il mutamento di fede religiosa da parte di uno dei coniugi non è motivo di pronunciamento dell’addebito della separazione.
Così ha stabilito la Cassazione sez. VI civile il 19 Luglio con la sentenza n. 14278, risolvendo la vicenda nata da una coppia sposata con rito cattolico, ma che successivamente aveva visto la conversione del marito al culto dei testimoni di Geova. La moglie non accettando il mutando di rito, chiedeva la separazione con addebito e l’affidamento esclusivo dei figli.
La Cassazione rigettava il ricorso della donna precisando che il mutamento di fede religiosa da parte di uno dei coniugi e la conseguente partecipazione alle pratiche collettive del nuovo culto, pur potendo avere un effetto sull’armonia della coppia, non può automaticamente giustificare la pronuncia di addebito della separazione.
A meno che l’adesione alla nuova religione non si traduca in comportamenti incompatibili con i doveri di coniuge e di genitore, non riscontrati nel caso di specie.
Secondario – continua la Cassazione – la circostanza che l’uomo sia venuto meno all’impegno, concordemente assunto dai coniugi con la celebrazione del matrimonio religioso, di conformare l’indirizzo della vita familiare e l’educazione dei figli ai dettami della religione cattolica.