Poiché risultano ormai molto frequenti i casi in cui, in sede di separazione, si discute anche della condotta tenuta dai coniugi sui social network, riportiamo di seguito alcune recenti pronunce, alcune delle quali – forse – molto discutibili.
Il primo caso è quello affrontato e deciso dal Tribunale di Torre Annunziata, il quale ha condannato la moglie a risarcire al marito il danno non patrimoniale quantificato in 5.000 euro, per averlo ripetutamente offeso su facebook, per essersi quindi mostrata con l’amante e per aver indicato sul medesimo social network lo status di separata, ancor prima dell’instaurazione del giudizio (sentenza 2643 del 04/10/2016).
Ed ancora, il Tribunale di Prato ha condannato una donna a risarcire il danno non patrimoniale al marito che aveva introdotto un ricorso per separazione giudiziale, adducendo una crisi della coppia dovuta ai comportamenti poco consoni tenuti dalla moglie su facebook (sentenza n. 1100/2016).
Comportamenti dai quali era poi emersa una relazione adulterina della donna, manifestata on line senza alcun pudore, che aveva offeso gravemente l’onore del marito, con grave pregiudizio anche per la figlia minore.
Sentenze che, come si accennava, possono essere più o meno condivise, ma che dimostrano come sempre più spesso i Tribunali siano chiamati a pronunciare su aspetti della vita di coppia che, ancor prima che al diritto, dovrebbero rispondere a canoni di reciproco rispetto.