PROCESSO GRAMIGNA BIS – lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO in aula, conclude per le parti civili Associazioni antiracket e antiusura, CODICI e FORUM delle Associazioni Antiusura – chiesta la condanna degli imputati per 47 capi di imputazione – rilanciare le politiche di contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata
Costituiti parti civili nel 2020 per conto delle Associazioni Antiracket e Antiusura CODICI e FORUM, lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO ha seguito costantemente il processo denominato GRAMIGNA BIS, ulteriore filone di indagine del precedente Gramigna. I reati contestati sono i più vari e più conosciuti, reati di violenza, spaccio, riciclaggio, usura, estorsione, esercizio abusivo del credito, il tutto aggravato dal c.d. metodo mafioso. La Procura ha concluso oggi chiedendo condanne fino a 30 anni, per i capi clan.
Lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO ha concluso per le parti civili, chiedendo la condanna degli imputati per 47 capi di imputazione, tutti relativi ai reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo del creduto.
Casamonica, Di Silvio, Spada… cognomi che solo a pronunciarli evocano preoccupazione, timore. Paura!
Forse è questo il motivo per cui, a fronte di oltre 60 capi di imputazione, a carico di 67 imputati, decine di reati commessi, le parti civili costituite nel processo non hanno visto schierarsi nessuna delle vittime e delle persone offese dai reati. Si sono costituite parti civili la Regione Lazio, Roma Capitale e varie Associazioni di lotta e contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata e lotta alla mafia.
Una circostanza che deve far pensare, proprio all’indomani del 29 anniversario della strage di Capaci, e all’eredità morale lasciata da Falcone e Borsellino: le decine vittime dei fenomeni criminosi che, malgrado le intercettazioni, le prove raccolte, malgrado la maggior parte degli autori dei reati siano in regimi di restrizioni di libertà personale, decidono di non costituirsi parte civile, stanno lanciando un monito alla politica locale e alle politiche nazionali.
Le Istituzioni non godono di fiducia, le vittime hanno paura. E a ben poco potrà servire la passarella delle Associazioni e delle Organizzazioni per la lotta alle mafie, alla criminalità organizzata se poi, le vittime rifuggono anche dal loro supporto. Servono strumenti efficaci, penetranti. Serve la presenza dello Stato a colmare i vuoi che le grandi inchieste, come Gramigna bis, lasciano nel tessuto economico e sociale; se non interverrà lo Stato a colmare quei vuoti, interverranno altre organizzazioni criminali. E sarà stato tutto bellissimo, ma inutile.