L’Avv. Patrizia Giusti assisteva nel processo penale la madre e due figli minori quali persone offese, costituitesi parti civili nel processo a carico del padre, funzionario di Roma Capitale, condannato per omesso mantenimento.
Il Tribunale di Roma, in accoglimento della tesi promossa dall’Avv. Patrizia Giusti dello Studio Legale G&L Avvocati, condannava l’imputato, oltre che alla pena detentiva, anche alla provvisionale immediatamente esecutiva di euro 4.000,00, nonché rimetteva alla sede naturale, ovvero al giudice civile, per la quantificazione del risarcimento del danno.
A fronte dell’inadempimento del condannato anche circa la provvisionale immediatamente esecutiva, le parti civili venivano costrette ad azionare, per il tramite dell’Avv. Patrizia Giusti, la procedura esecutiva con pignorando dello stipendio del pubblico funzionario.
Parimenti, lo Studio Legale Giusti&Laurenzano intraprendeva il ricorso ex art. 702 bis c.p.c. per la quantificazione del risarcimento del danno già accertato nell’an in sede penale.
Infatti, in tema di responsabilità civile e risarcimento del danno non patrimoniale derivante da reato – particolarmente grave nel caso di specie poiché perpetrato da un familiare – trova applicazione l’art. 651 c.p.p., a mente del quale la sentenza penale di condanna pronunciata in dibattimento ha efficacia di giudicato nei confronti del condannato quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, della sua illiceità penale ed all’affermazione che l’imputato lo ha commesso.
Al giudice civile è preclusa la possibilità di sostituire la ricostruzione storica effettuata in precedenza dal giudicato penale, procedendo ad un nuovo accertamento dell’episodio in maniera difforme, restando però salva la possibilità di apprezzare e valutare gli elementi emergenti dalla sentenza, nonché di analizzare ogni altro ulteriore dato o modalità del fatto non considerati dal giudice penale, quali per esempio, il comportamento del soggetto leso.
A fronte della ricostruzione operata anche in sede civile, del materiale probatorio addotto, delle certificazioni mediche attestanti il danno causato dal padre ai figli, anche il giudice civile ha riconosciuto il danno, condannando il funzionario al risarcimento sia in favore della ex moglie, sia in favore dei due figli, oltre al pagamento delle spese processuali, in totale accoglimento della domanda presentata dall‘Avv. Patrizia Giusti.