LA TERRA DEI FUOCHI DI ROMA – Bruciano i rifiuti interrati nel Parco di Centocelle

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L’Associazione CODICI incarica lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO di intervenire all’assemblea pubblica e procedere con le azioni giudiziali

Il Parco di Centocelle che con i suoi 120 ettari dovrebbe essere un polmone verde per il quadrante est della Capitale, il più popoloso della città, versa, in realtà, in condizioni ambientali disastrose.
A denunciarlo a gran voce i cittadini che abitano proprio a ridosso dell’ampia area archeologica e temono ripercussioni sulla propria salute e su quella dei propri figli. Assistiamo a un territorio costantemente sfregiato da costruzioni abusive, autodemolitori che occupano largamente l’accesso su viale Palmiro Togliatti e 14 metri di cumuli di rifiuti urbani interrati nei cunicoli sotterranei, le cosidette fungaie.

Negli ultimi due mesi hanno destato estrema preoccupazione una serie di incendi verificatosi nei cunicoli sotterranei presenti all’interno del Parco, che hanno portato alla luce la drammatica situazione del sottosuolo tanto da poterla definire la “Terra dei Fuochi” della Capitale. A distanza di due mesi la discarica continua a emanare fumi tossici che arrivano alle case tramite una voragine aperta da quasi un anno, mettendo a rischio la salute di decine di famiglie residenti nelle vicine case popolari in Via di Centocelle 3 e 5, già seguite e assistite dallo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO
I cittadini, che per giorni hanno respirato i fumi di una nuvola di diossina, attendono risposte e pretendono interventi. Chi nel corso degli anni precedenti era preposto ai controlli ha sicuramente chiuso gli occhi. L’ultima “bonifica” del 2015 in realtà, oggi si scopre, non è mai stata effettuata. Urge una bonifica immediata dell’intero Parco, compresa l’area dei rottamatori con la loro relativa delocalizzazione. Sono decenni che si parla del loro spostamento al di fuori del raccordo anulare, ma nessuno sembra fare niente. Non solo un enorme fossa in cui vengono abbandonate le carcasse delle automobili destinate allo sfascio, ma tonnellate di olio sversato direttamente nel terreno e una serie di costruzioni abusive, dette macedoni, che accludono l’accesso su un lato del Parco.
E mentre questi avvenimenti passano in sordina, il Municipio sembra non preoccuparsene con l’adeguata urgenza. Roma Capitale sta lavorando solo in emergenza per contrastare il fenomeno delle combustioni, tra l’altro con interventi inadeguati che rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione delle falde acquifere, mentre è necessario sia immediatamente sviluppato un piano di riqualificazione dell’intera zona del Parco di Centocelle.
L’Associazione CODICI ha pertanto conferito incarico allo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO per intervenire nell’assemblea pubblica di Villa De Sanctis e avviare azioni legali.
Lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO presenterà nei prossimi giorni un esposto alla Procura della Repubblica di Roma: ci sono gravissime omissioni, che trovano radice da anni e anni di mancato controllo del territorio e connivenze.
Dalle prime indagini dell’ARPA Lazio, infatti, sembra che i rifiuti urbani gettati nel parco siano interrati per circa 14 metri. Dalle prime indagini visive sembrerebbe che non siano state gettati fusti o sostanze tossiche, ma è impossibile che nessun organo preposto al controllo non si sia mai accorto di quello che stava e sta accadendo nel Parco.
La combustione dei rifiuti è solo la punta dell’iceberg. I Comitati di quartiere sono riusciti a documentare anche la presenza di interramento di carcasse di auto, la presenza di edifici abusivi nel perimetro. Il tutto in una zona vincolata non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche per la presenza di preziosi e importanti reperti archeologici
Da cui la denuncia l’Associazione Codici per mezzo dello Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO, il quale oltre a richiedere alla Procura della Repubblica di avviare indagini per disastro ambientale e omissione di atti di ufficio, si rivolge direttamente all’amministrazione capitolina per conoscere gli atti relativi alle bonifiche che avrebbero dovuto essere state effettuate, ma che la situazione odierna del Parco chiaramente smentisce.

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