In riforma della sentenza di merito, la Cassazione con la decisione del 7 Dicembre scorso, ha valutato legittimo il licenziamento di un dipendete motivato da concrete esigenze di aumento della produttività.
Il caso era nato dal ricorso, avverso un licenziamento, promosso da un dipendente, licenziamento che i giudici di merito di primo e secondo grado avevano invece considerato illegittimo, poiché non adeguatamente motivato dalla necessità economica e da eventi sfavorevoli.
Ribaltando tale decisione ed appellandosi alla libertà di iniziativa economica di cui all’art. 41 della Costituzione, la Corte di Cassazione ha ritenuto non necessaria la crisi dell’azienda per procedere ad un licenziamento. Tale provvedimento – continuano gli Ermellini – può ritenersi legittimo e giustificato anche solo per migliorare l’efficienza dell’impresa o per la soppressione di una posizione o per adeguamento alle nuove tecnologie.
Dunque se è libera l’attività dei privati, sostiene la Cassazione, libera deve essere anche la possibilità di organizzarla al meglio.