TMB di Guidonia, il TAR LAZIO annulla tutti gli atti autorizzatori dal 2015 – soddisfazione dello Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO

Condividi questo articolo

TMB di Guidonia, il TAR LAZIO annulla tutti gli atti autorizzatori dal 2015 – soddisfazione dello Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO

Con la Sentenza 367 del 2025 il Tar Lazio ha annullato tutti gli atti e provvedimenti regionali che hanno autorizzato la messa in funzione dell’Impianto di Trattamento Meccanico-Biologico (TMB) dei rifiuti di Guidonia Montecelio. In particolare, il Tar ha censurato il Procedimento di rinnovo Autorizzazione Integrata Ambientale ex art. 29-octies del Testo Unico Ambientale, nonché di ogni altro atto presupposto, conseguente o comunque connesso. Lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO, con l’Avv. Carmine Laurenzano, è intervenuto nel procedimento giudiziale per conto di comitati e associazioni locali, tra cui Comitato Cittadini per Fonte Nuova, Comitato Difesa Ambiente Guidonia Montecelio, Comitato “Insieme per Colle Fiorito”, Associazione “Pro Santa Lucia”, Associazione “Sesta Stella”, Associazione “Arte di Vivere. Lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO, con l’Avv. Carmine Laurenzano, già in passato aveva promosso ricorsi al Tar aventi ad oggetto i verbali di chiusura della Conferenza dei Servizi finalizzata al rinnovo dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) nonché la deliberazione del Consiglio dei Ministri ex art. 14-quater, co. 3 della legge 241/1990 del 22/12/2017, con laa quale era stata disposta la “prosecuzione del procedimento di autorizzazione all’istanza di rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, relativa all’impianto di trattamento meccanico-biologico per rifiuti urbani non pericolosi in Guidonia Montecelio (Roma), località Inviolata”. Il Tar Lazio, in accoglimento delle censure dei ricorrenti principali ha finalmente evidenziato la fallacia, criticità e vizi dei procedimenti amministrativi che dal 2010 in poi hanno portato alla messa in funzione dell’impianto. L’AIA originaria del 2010 infatti veniva rilasciata in assenza del parere vincolante del Ministero dell’Ambiente e soprattutto in violazione dell’ulteriore vincolo ambientale posto dallo stesso MiBac (tanto da esserne scaturiti anche procedimento penali in cui le stesse Associazioni e Comitati si sono costituiti parte civile, con l’assistenza dello Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO). L’impianto si trova infatti al centro di un’area dichiarata di elevato interesse pubblico con un vincolo paesaggistico imposto dal Ministero per la Tutela dell’Ambiente e dei Beni Culturali (MIBACT). Il TMB, pertanto, non è assolutamente compatibile con le limitazioni imposte dal Decreto del 16/09/2019 del MIBACT che vincola tutta l’area alla tutela paesaggistica e archeologica. Rileva inoltre lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO che dal 2011 la falda acquifera dell’Inviolata è inquinata (in particolare, con la presenza di metalli pesanti ben oltre le soglie di legge), tutto ciò a conoscenza e documentato dell’ARPA del Lazio. L’impianto TMB andrebbe ad insistere proprio su un’area adiacente alla ex discarica dell’Inviolata, che avrebbe dovuto essere preventivamente bonificata per preservare e tutelare la falda.

Tutte le criticità rilevate sono state più volte segnalate anche alla politica locale e nazionale ma ogni appello è rimasto nel vuoto. Tanto più se si considera che lo stesso Consiglio dei Ministri, con una deliberazione del dicembre 2017 (anch’essa impugnata al Tar dallo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO) ha invitato la Regione Lazio a definire positivamente il procedimento di rinnovo dell’AIA, soprassedendo sul mancato parere del MIBACT per la concessione della prima AIA e dichiarando non applicabile, in sede di rinnovo, la “dichiarazione di notevole interesse pubblico”, con cui nel frattempo era stata qualificata tutta l’area. Tuttavia, le violazioni non erano state tempestivamente rilevate con ricorso al Tar; pertanto, la Regione è stata indotta a ritenere che i vizi il provvedimento originario fossero ormai da considerare sanati e procedere, pertanto al rilascio del rinnovo AIA. Il Collegio, recependo l’orientamento del Consiglio di Stato e in particolare della Sentenza n. 8208 del 2024, ha rilevato come la mancanza dei pareri obbligatori e le altre criticità dei procedimenti autorizzatori, seppur non tempestivamente rilevate con apposito ricorso al tar, non comportano una legittimità dei provvedimenti finali che, pertanto, non possono essere considerati sanati. In buona sostanza, rileva l’Avv. Carmine Laurenzano dello Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO, “il fatto che l’atto fosse diventato inoppugnabile non implica automaticamente la sua legittimità, né giustifica la sua rinnovabilità sulla base di una presunta validità originari. La motivazione del giudice di primo grado è vista come errata perché si basa su questo presupposto, conducendo alla legittimazione di un provvedimento atipico adottato dalla Regione, che ha effettivamente agito come se stesse sanando retroattivamente un’AIA rilasciata in violazione delle normative vigenti. Questa sorta di sanatoria non prevista ha portato, secondo il critico, anche all’errata conclusione che esistesse un diritto al rinnovo dell’AIA, nonostante fosse stato applicato nel frattempo un vincolo paesaggistico più esteso e restrittivo.”.

Lo Studio Legale GIUSTI&LAURENZANO esprime grande soddisfazione per il risultato raggiunto, seppur dispiegato esclusivamente con un atto di intervento adesivo dipendente alle ragioni del Comune di Guidonia Montecelio.

Scrivici per una consulenza

ARTICOLI RECENTI CORRELATI: